CASA EDITRICE
Sezione Restauro
"I TALENTI"
Collana a cura di Paolo Cremonesi
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Cesare Fiori, Roberta Riccobene, Claudia Tedeschi, TECNICHE DI DISTACCO NEL RESTAURO DEI MOSAICI pp. 80 - F.to 14 x 21 - copertina a due colori ISBN 978-88-89566-80-0 pdc 15,00 Talenti 22 La tecnica del distacco nel restauro dei mosaici, aveva il solo scopo della conservazione dell'immagine, tralasciando l'importanza della sua matericità e distruggendone i valori tridimensionali: il mosaico era considerato, al pari di una pittura muraria, un'immagine applicata a un muro o a un pavimento e non come parte integrante di essi. Negli ultimi decenni l'interesse e le riflessioni sul restauro del mosaico hanno prodotto fondamentali progressi: si è iniziato a percorrere la strada della conservazione in sito (non solo per quanto riguarda le superfici musive ma anche per i supporti), delle indagini diagnostiche, del minimo intervento e della reversibilità, nell'ottica secondo la quale per quanto oggi un intervento può sembrare il più corretto ed efficiente è comunque destinato a non essere più considerato tale nel corso del tempo. Cesare Fiori, professore associato
presso il Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni
Culturali, Università di Bologna, sede di Ravenna, Insegna Chimica per i
beni culturali, Chimica del restauro e Conservazione dei materiali lapidei
ed ha una lunga esperienza di ricerca dedicata ai materiali ceramici e
musivi. È autore/coautore di molti articoli tecnico-scienifici e monografie
riguardanti studi archeometrici e per la conservazione dei materiali
inorganici naturali e artificiali costituenti le opere dʼarte, in
particolare i mosaici. |
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M.F. Mecklenburg, Meccanismi di cedimento nei dipinti su tela: approcci per lo sviluppo di protocolli di consolidamento Failure mechanisms in canvas supported paintings: approaches for developing consolidation protocols pp. 144 - F.to 14 x 21 - copertina a due colori ISBN 978-88-89566-92-3 pdc 18,00 ITALIANO and ENGLISH Talenti 21
Ricerca delle proprietà meccaniche dei materiali, sviluppo e migliore
comprensione delle teorie di perdita di efficenza, sviluppo di modelli di
previsione per la conservazione delle collezioni dello Smithsonian Institute
di Washington. Questi, in sintesi, gli interessi professionali prevalenti di
Marion Mecklenburg. Gli americani sono bravi nel fornire sintesi del loro
pensiero e attività. Sono abituati a dover presentare il lavoro, magari di
decenni, in dieci minuti o cinque cartelle. Questa sintetica frase, in
effetti, descrive bene il lavoro quotidiano di Marion da vent'anni, anche se
si è estesa ben oltre il glorioso Smithsonian e l'ambiente scientifico
americano. Per la prima volta in Italia vengono pubblicate, in questo
importante quaderno della Collana Talenti, i risultati del lavoro che
Mecklenburg svolge da anni sulle caratteristiche meccaniche dei materiali
costitutivi dei dipinti “da cavalletto”. Marion F. Mecklenburg, attualmente
Senior Research Physical Scientist e membro del corpo docente, dal 1965 al
1984, è stato restauratore privato di dipinti a Washington, D.C. Tra il 1988
al 1994, è stato Assistente Direttore della Ricerca per la Conservazione, al
Conservation Analytical Laboratory, Smithsonian Institution, Washington D.C.
Aree di interesse attuali: ricerca nelle proprietà meccaniche dei materiali,
sviluppo e miglioramento delle teorie dei meccanismi di fallimento, e
sviluppo di modelli di previsione per strutture atte alla conservazione
delle collezioni appartenenti allo Smithsonian. |
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Maria Letizia Amadori, Fabiano Ferrucci, Maria Giulia Terenzi, Dipinti su rame: storia, tecnica, fenomeni di degrado, diagnostica, indicazioni per la conservazione e il restauro pp. 80 - F.to 14 x 21 - copertina a due colori ISBN 88-89566-36-1 pdc 15,00 Talenti 19 Chi voglia oggi approfondire il tema della pittura su rame non si meravigli se, nonostante questa tecnica abbia una storia antica e fatta da nomi importanti, poco troverà sull’argomento. Famosi artisti italiani, fiamminghi e tedeschi scelsero la lamina di rame come supporto per i piccoli e raffinati dipinti. Sebastiano del Piombo, il Correggio, il Vasari, il Bronzino, i Carracci, il Domenichino, Guido Reni, Rembrant, Rubens ed in ultimo. Per quanto riguarda la conservazione di queste opere, nella pratica comune, i restauratori ed i conservatori dei musei hanno quasi sempre proceduto con le stesse modalità con cui si trattano i dipinti mobili costituiti da supporti più comuni come tele e tavole, ignorando la specificità della tecnica. Questa pubblicazione vuole quindi essere uno strumento, utile a chi, per motivi professionali, per necessità di studio, per interesse personale o per semplice curiosità, vuole comprendere meglio la natura, la storia ed i problemi di questa tipologia di opere ritenute un tempo vanto delle “Wunderkammern” dei palazzi nobiliari e delle residenze della ricca borghesia europea. Maria Giulia Terenzi, si è laureata
nell’anno accademico 2004/2005 presso la facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”, corso di “Tecnologie per
la conser–vazione e il restauro dei beni culturali”, discutendo una tesi
riguardante la pittura su lamina di rame. |
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Cesare Fiori, Mariangela Vandini, Francesca Casagrande L'integrazione delle lacune nel restauro dei mosaici pp. 176 - F.to 14 x 21 Illustrazioni in bianco e nero - copertina a due colori ISBN 88-89566-13-2 pdc 15,00 Talenti 18 Il trattamento delle lacune non è semplicemente latto conclusivo di un restauro, ma va inquadrato in una preliminare visione critica dellopera, dei relativi aspetti di degrado e conservazione, antecedenti e successivi al restauro stesso. Gli interventi di integrazione nel restauro di mosaici non hanno trovato, a tuttoggi, una metodologia unica e precisa, ma ci si affida ancora, caso per caso, ad una vasta gamma di soluzioni. Alle questioni poste dalla presenza di lacune si danno così risposte diversificate, spesso nella convinzione di rispettare un metodo valido in generale. Il trattamento deve essere progettato tenendo conto di un complesso di variabili che comprendono epoca e tipologia del manufatto musivo, quindi tecniche e materiali per la sua realizzazione, manifestazioni e cause di degrado, quantità, qualità e distribuzione delle lacune, collocazione e presentazione dellopera a restauro ultimato. Oltre alle qualità estetiche dellintervento, occorre considerare il ripristino della stabilità strutturale dellopera che si può ottenere con lintegrazione. Il contenuto di questo testo è un tentativo di costruire una base più solida, rispetto al passato, per progettare interventi di integrazione nel particolare settore del restauro musivo. Cesare Fiori - Professore
associato presso il Dip. di Storie e Metodi per la Conserv. dei Beni Culturali, Univ. di
Bologna, sede di Ravenna, insegna Chimica per i beni culturali, Chimica del restauro e
Conservazione dei materiali lapidei ed ha una lunga esperienza di ricerca dedicata ai
materiali ceramici e musivi. E autore/coautore di molti articoli tecnico-scientifici
e monografie riguardo a studi archeometrici e per la cons. dei materiali inorganici
naturali e artificiali costituenti le opere darte, in partic. i mosaici. |
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Leonardo Borgioli, Paolo Cremonesi Le resine sintetiche usate nel trattamento di opere policrome pp. 192 - F.to 14 x 21 copertina a due colori ISBN 88-89566-04-3 pdc 15,00 Talenti 17 Nel restauro delle opere policrome (dipinti, sculture lignee, affreschi, ma anche opere su carta, ceramica...) i materiali sintetici hanno in gran parte rimpiazzato sostanze con proprietà analoghe, ma di origine naturale. Diventa quindi imprescindibile per il restauratore comprendere le proprietà fondamentali di questi materiali che troppo spesso sono stati utilizzati in modo improprio. Dopo una parte introduttiva che risponde sostanzialmente alla domanda “Cos'è un polimero?”, viene esposta nel 2° capitolo la problematica riguardante la durata di questi materiali. Un discorso complesso, dato che per i materiali che vanno ad integrarsi in un opera d'arte divengono stringenti i requisiti di “longevità”. Il discorso è complicato dal fatto che questi materiali sono di recente sviluppo e che si hanno casistiche di invecchiamento di una cinquantina d'anni al massimo. Lo studio di questi materiali è reso ancora più difficile dal fatto che la maggior parte delle formulazioni correntemente utilizzate sono state originariamente sviluppate per applicazioni completamente diverse dal restauro dei beni culturali, e che raramente sono dichiarati tutti i componenti. Per questo diventano preziosi gli studi comparativi effettuati con l'aiuto degli invecchiamenti accelerati, argomento del 3° capitolo. II 4° capitolo prende in esame le modalità di applicazione e il meccanismo filmogeno dei polimeri, suddivisi nelle diverse classi chimiche di cui si riportano: • le caratteristiche chimico-fisiche (ottiche, meccaniche, ecc.), • i processi di alterazione strutturale a cui il materiale in opera va soggetto durante l'invecchiamento, e l'eventuale variazione con seguente delle proprietà, • le formulazioni commerciali, • i campi applicativi, • i limiti e le potenzialità, che possono aiutare il restauratore in alcune scelte operative. Leonardo Borgioli si è
laureato in chimica a Firenze, con una tesi sulle microemulsioni applicate
agli affreschi della Cappella Brancacci, nella Chiesa del Carmine. Ha
lavorato come ricercatore, per poi approdare all’esperienza di docenza e di
assistenza tecnica per i prodotti, sempre nel settore del restauro. È
responsabile dell’ufficio tecnico-scientifico di C.T.S. Srl. |
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Lucia Saccani, Luigi Rella Le relazioni tecniche di restauro pp. 80 - F.to 14 x 21 - Illustrazioni in bianco e nero - copertina a due colori CONTIENE cd ISBN 88-87243-87-5 pdc 15,00 Talenti 16 ESAURITO Nellattività di restauro importantissima risulta la relazione tecnica, per apprendere, catalogare ed archiviare le relazioni emerse prima, durante e dopo il restauro. Con questo testo si propongono tre modelli di schede tecniche: scheda di sopralluogo, scheda di restauro, scheda di manutenzione. Lucia Saccani, svolge dal 1980
attività di restauro dei dipinti murali, dipinti su tela e tavola, ceramica, per la
Soprintendenza Beni Artistici della Provincia di Bolzano. |
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Raffaella Marotti, Introduzione al restauro della strumentazione di interesse storico scientifico pp. 72 - F.to 14 x 21 Illustrazioni in bianco e nero - copertina a due colori ISBN 88-87243-88-3 pdc 13,00 Talenti 15 Una parte culturalmente saliente e cospicua del nostro patrimonio storico-artistico è rappresentato dagli strumenti di interesse storico-scientifico, appartenenti a collezioni di antichi Gabinetti scientifici ubicati allinterno di Licei, Atenei o Seminari. Con questo libro ci si può avvicinare a questo mondo sia per quanto riguarda la nascita e limpotanza culturale di queste collezioni, sia per quanto concerne il restauro dei principali materiali che compongono gli antichi strumenti. Raffaella Marotti si occupa dal 1989 di recupero e restauro di strumentazione scientifica di interesse storico e di divulgazione scientifica. Il suo laboratorio è oggi affiancato alla Facoltà di Tecnologie per la Conservazione e il Restauro applicate ai Beni Culturali della Università degli Studi di Urbino Carlo Bò. |
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